Corridoi militari. Ecco perchè non si ferma il Tav

I documenti e i verbali della Ue confermano  che i corridoi TEN-T hanno anche scopi militari.

Chissà quante volte ci siamo chiesti cosa ancora occorresse per fermare la Torino-Lione dopo che tutte le fonti indipendenti e le Corti dei Conti francese e europea ne hanno decretato l’insostenibilità economica e ambientale. Dopo la sbrigativa formula decisionale snocciolata a suo tempo da Conte (“Costa più non farla che farla”) che pure si suppone avesse letto la relazione del prof. Ponti e avesse considerato la sproporzione degli impegni economici tra Italia e Francia. A chi non suonò falsa,  imbarazzata e decisamente insufficiente a giustificare la prosecuzione del progetto?

Non potevano essere stati solo i vuoti slogan dei proponenti sui vantaggi ambientali, commerciali, efficientistici,  o le pressioni delle madamine sponsorizzate dall’Unione Industriale torinese e quella pletora di personaggi impresentabili che hanno cavalcato il tema Tav per opportunità personale o politica. E neanche le pressioni degli industriali, e della folta schiera di clientes che ogni partito alimenta a soldoni per consolidare il proprio sistema di potere.

Ora, grazie a Presidio Europa e all’intraprendenza di alcuni attivisti No Tav di Potere al Popolo, forse capiamo di più. Capiamo la caparbietà, l’arroganza, le tante irregolarità, le difficoltà legali-amministrative, superate da Telt sempre con stupefacente facilità, i ricorsi sempre respinti, le sentenze sempre favorevoli, le delibere dei Comuni sempre ignorate, le richieste di riesame dei dati forniti dai tecnici della Comunità Montana mai considerate o sbrigativamente licenziate, le falsità dei media, la durezza della presenza poliziesca. Capiamo perchè sono cosi sicuri che quella “promessa” di soccorso economico europeo lievitato al 55% dei costi si concretizzerà, e perchè, malgrado i ritardi certificati che avrebbero dovuto sottrarre contributi europei, non ci sia mai stata una seria conseguenza.

La verità dirimente sta nei documenti e nei verbali dell’Unione Europea che presentano una visione chiara di come i famigerati corridoi TEN-T rappresentino un elemento fondamentale per i passaggi necessari verso la costruzione di una Difesa europea comune, autonoma dalla stessa Nato.

Nel 2016 la Ue si rende promotrice di un’iniziativa senza precedenti: l’istituzione di un fondo europeo per la Difesa (European Defence Fund) con il discorso annuale del Presidente Junker che invita a “riflettere sulla necessità di assumersi le responsabilità di proteggere gli interessi e il modo di vivere dei cittadini europei, nel loro territorio e all’estero, senza delegare la loro tutela alle potenze militari altrui”. L’Edf , destinato a sostenere progetti industriali militari, avvia la cooperazione permanente tra eserciti europei per una serie di passaggi sulla mobilità militare e diventa realtà il 7 giugno 2017.

Segue a ruota Violeta Bulc, Commissario per i Trasporti e appassionata sentinella europea della lobby del Tav, che spiega cosi il progetto: “Il nostro obiettivo consiste nell’impiegare al meglio la nostra rete di trasporti, per garantire che si tenga conto delle esigenze militari in sede di pianificazione dei progetti infrastrutturali. Ne derivano un uso più efficace del denaro pubblico e una rete di trasporto meglio equipaggiata, in grado di garantire una mobilità rapida e senza ostacoli in tutto il continente. È una questione di sicurezza collettiva”. (https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/IP_18_2521).

In un’audizione alla Camera nel 2019, il Gen. Claudio Graziano, presidente del Comitato Militare dell’Ue, riferisce“La Commissione e l’Alta rappresentante hanno presentato il 10 novembre 2017 una comunicazione congiunta sul miglioramento della mobilità militare e il 28 marzo 2018 un piano d’azione per la mobilità militare all’interno e all’esterno dell’Unione europea. Il piano d’azione è volto in particolare ad individuare i requisiti militari, gli eventuali potenziamenti delle infrastrutture di trasporto e le opzioni… di allineamento della normativa sul trasporto di merci pericolose atti a garantire la mobilità militare. Il 3 giugno 2019 la Commissione europea e l’Alta Rappresentante hanno presentato una relazione sull’attuazione del piano d’azione sulla mobilità militare (JOIN(2019)11).   Si ricorda che nell’ambito della proposta di regolamento relativo al meccanismo per collegare l’Europa (COM(2018) 438), alle reti di trasporto, energia e infrastrutture digitali, è previsto uno stanziamento di 6,5 miliardi di euro per il finanziamento di infrastrutture di trasporto a duplice uso civile e militare nell’ambito del quadro finanziario 2021- 2027, che tenendo conto del tasso di cofinanziamento del 50%, potrebbe mobilitare uno stanziamento complessivo di almeno 13 miliardi di euro per tali progetti.” (http://documenti.camera.it/leg18/dossier/pdf/AU019.pdf?_1580894703083).

In altra audizione alla camera,  il raggio degli obiettivi si amplia ai programmi spaziali, si danno istruzioni perentorie e si fissano delle scadenze: “…Entro il 2019 la Commissione individuerà le porzioni della rete transeuropea dei trasporti utilizzabili per il trasporto militare. Sarà stilato un elenco di progetti prioritari, con una stima del volume totale degli investimenti necessari per esigenze militari sulla rete transeuropea dei trasporti; entro il 2020 la Commissione valuterà la necessità di adeguare il regolamento relativo alla rete transeuropea dei trasporti al fine di un aggiornamento dei requisiti tecnici per i requisiti militari; entro la fine del 2019 la Commissione determinerà la possibilità di interconnettere le banche dati militari e civili (TENtec); la Commissione continuerà a rafforzare sinergie tra la rete transeuropea dei trasporti e i 3 pertinenti programmi spaziali (per es. EGNOS/Galileo). Gli Stati membri dell’UE sono invitati a: stabilire al più presto un unico punto di contatto per informazioni sull’accesso alle infrastrutture di trasporto per scopi militari; tenere sistematicamente conto delle esigenze militari nella costruzione di infrastrutture di trasporto“.  Abbiamo quindi delle date che richiederebbero conferme ufficiali e un interessante collegamento da chiarire con i progetti spaziali.

Nella stessa occasione, si fa riferimento all’esperimento realizzato nei paesi del corridoio Mare del Nord-Mar Baltico nel 2017 per  testare la capacità delle reti specificando che “L’operazione pilota ha anche individuato importanti opportunità per un duplice uso civile-militare delle infrastrutture, tra queste l’uso delle piattaforme multimodali che consentono di trasferire rapidamente risorse da porti e aeroporti a ferrovie e strade, il miglioramento della capacità dei terminal terrestri e sagome limite adeguate nelle linee ferroviarie merci. La rete transeuropea dei trasporti (TEN-T) consiste in una rete globale che garantisce l’accessibilità a tutte le regioni dell’UE, da ultimarsi nel 2050, e in una rete centrale, – ritroviamo date familiari – le cui parti strategicamente più importanti devono essere completate nel 2030. La rete TEN-T comprende porti, aeroporti, ferrovie, strade e vie navigabili interne. Per facilitare il completamento delle parti principali della rete centrale sono stati stabiliti nove corridoi multimodali principali. Tale sistema si è già dimostrato molto utile ai fini della mobilità militare in quanto ha permesso di convertire i dati geografici identificati nei requisiti militari in un formato visivo e di creare un visualizzatore interattivo di mappe della mobilità militare TENtec”. (http://documenti.camera.it/leg18/dossier/pdf/ES008.pdf).

E si arriva cosi al 10 dicembre 2020 quando è portata all’attenzione del parlamento europeo la relazione della Commissione trasporti e turismo che conferma definitivamente: “La politica in materia di infrastrutture di trasporto offre una chiara opportunità per potenziare le sinergie tra le esigenze di difesa e la rete TEN-T, con l’obiettivo generale di migliorare la mobilità militare in tutta l’Unione, affinché le infrastrutture di trasporto nell’ambito delle tratte transeuropee della rete giudicate idonee siano adattate rigorosamente in linea con il principio del “duplice uso”, onde soddisfare le esigenze civili e di difesa. Il Parlamento europeo invita la Commissione a mantenere la sua proposta originaria per il finanziamento della mobilità militare nel quadro del QFP 2021-2027.” (http://www.presidioeuropa.net/blog/wp-content/uploads/2021/01/Revisione-degli-orientamenti-relativi-alla-rete-transeuropea-di-trasporto-20201210-A-9-2020-0251_IT-con-NOTE1.pdf)

Bene, ora sappiamo di più, e forse non ancora tutto, ma già abbastanza per aggiungere alle criticità economiche e ambientali da sempre denunciate il tema dell’antimilitarismo al contrasto della Grande Opera. Sarà sufficiente per scuotere anche quelle anime belle che espongono alla finestra  la bandiera della Pace come massimo impegno? La resistenza ventennale della Val Susa assume oggi ancora più valore, dopo aver messo in luce l’intreccio perverso di interessi che stanno dietro al progettone. Quali forze si faranno avanti per la nuova sfida? (F.S. 25.2.2021)

Tav. L’ala politicizzata della Procura torinese rinnova le aggressioni alla Val Susa

L’ha scritto pochi giorni fa Ugo Mattei senza giri di parole: “Da anni il cosiddetto ‘partito Si Tav’ annovera pezzi della procura della Repubblica di Torino fra i suoi principali organi politici“. E malgrado le tante “sconfitte” a giudizio e/o in Cassazione, l’ala estremista di quella procura continua a colpire con una violenza inversamente proporzionale a quella che si addebita ai valsusini e ai No Tav in generale. Pensionato Caselli, promotore di quel team politicizzato in sintonia con l’accanimento del suo partito, pensionato il Rinaudo di estrema destra nel suo ruolo ideale di castigatore delle lotte sociali, esiliato e in attesa di giudizio Padalino per traffici oscuri, i/le superstiti non mollano, facilitati/e dal sostegno di tutte le forze politiche e imprenditoriali al progetto Torino-Lione.

Con i provvedimenti di oggi vanno a colpire, probabilmente a casaccio, quel vasto corpo giovane e militante che si prende carico dell’assedio al cantiere. Devono aver pensato di dare un colpo definitivo a un Movimento ancora frastornato dal tradimento dei 5Stelle ma pur sempre vivo, vegeto e scalciante, quale si è visto l’8 dicembre, intento a rielaborare la propria azione politica, a pensare a nuove forme di lotta, a integrare una nuova componente giovane, a coinvolgere le nuove forze ambientaliste, quelle corteggiate dai peggiori devastatori fintantochè non formulino obiettivi e non indichino chiare controparti.

Tutto in tandem con una Digos che non ha mai abdicato al ruolo di guardia pretoriana dei poteri della città. Vedi Primo Maggio. Leggi il resto dell’articolo

Risolto il caso Grugliasco. E’ stato “un equivoco”

La sala per presentare il libro sulla resistenza No Tav è concessa per il 28 novembre, dice la vicesindaco. Il comunicato dell’Anpi.

 

Bene, la pezza è stata messa. Stamane una delegazione dell’Anpi è stata ricevuta dalla vicesindaco di Grugliasco Elisa Martino la quale ha spiegato che l’equivoco è stato determinato da problemi di comunicazione e di tempistiche della discussione negli Uffici in merito alla richiesta e ha concesso la sala per il 28 Novembre.

Sembra quindi che le nostre peggiori ipotesi siano state fortunatamente smentite e ne prendiamo atto con sollievo.

Resta il dubbio appunto di una rappezzatura di fronte all’enormità dell’ errore, per quella formulazione ufficiale “…l’Amministrazione non ha ritenuto opportuno…”, un linguaggio più politico che burocratico. Anche “le tempistiche” sono relative perchè la richiesta della sala è stata inoltrata il 5 Novembre per il 20, e Grugliasco non è New York. E un rifiuto non aveva precedenti. Ma tant’è…Tutti contenti.

L’Anpi ha postato oggi pomeriggio il seguente comunicato: Leggi il resto dell’articolo

Mala tempora currunt

Stravince l’estrema destra, quella che gli industriali volevano per ricominciare a correre secondo le loro regole, quella dei corrotti, della mafia e dei neofascisti, quella  dei sindacati di polizia che chiedono sempre più mezzi letali per “difendersi”. Perdono i Cinque stelle per non aver mantenuto le promesse e per dilettantismo. Ora dovrebbero lasciare il governo per ricominciare con dignità.

di Fabrizio Salmoni

Proprio cosi. Non poteva andare peggio a questa Italia incattivita e tutto sommato mediamente soddisfatta delle proprie condizioni di vita se riesce a prendersela con i profughi, con l’Europa e a non prendersela con chi fa poco o niente per farla stare meglio.

Un’Italia a cui, malgrado le moine a Greta, non frega niente della salute del territorio, salvo poi piagnucolare e chiedere l’elemosina ai governi quando si allagano o crollano le case, a cui non frega niente della corruzione, salvo piagnucolare se non assumono un parente o se non ti danno un appalto, un’Italia che vuole pagare di tasca propria le grandi opere per conto delle lobby e degli industriali, che non ha memoria di un passato che comincia solo 14 mesi fa, insomma un’Italia meschina, ignorante e piagnona che si fa ammaliare dall’ennesimo “uomo forte”. Destino e anima malata di una nazione senza memoria. Leggi il resto dell’articolo

Primo Maggio. Comunicato dell’Anpi di Grugliasco

Grugliasco, 1° maggio 2019
 
IL PRIMO MAGGIO A TORINO E’ ANTIFASCISTA E PARTIGIANO
Oggi abbiamo partecipato alla manifestazione del 1° maggio a Torino, la Festa dei lavoratori, percorrendo per ben due volte il corteo.
A fronte di un primo pezzo di corteo freddo, stanco, silenzioso, quasi estraneo alle lotte vista anche la presenza di esponenti della destra neofascista torinese, ha sfilato invece uno straordinario secondo pezzo di corteo popolare, pieno di giovani e di vita, portatore di rivendicazioni reali e di futuro, accompagnato da musica e interventi coinvolgenti, carico di energia.
Alla partenza abbiamo visto il corteo spezzato in due dalle forze dell’ordine: da un lato i “buoni” a cui era permesso manifestare, dall’altro i “cattivi” a cui veniva impedito di partecipare al corteo.
Concretamente veniva discriminato chiunque portasse simboli NO TAV, cioè non è stato permesso di circolare liberamente: si veniva fermati come se si dovesse giustificare la propria aderenza al movimento popolare e antifascista NO TAV che da 30 anni lotta per la difesa del territorio, della democrazia, dei beni comuni e che noi dell’ANPI abbiamo sempre incontrato alle commemorazioni dei Caduti partigiani in Val Susa, come ad esempio al Giuramento della Garda di San Giorio.
Ancora una volta è stato criminalizzato il dissenso e repressa l’opposizione in quanto tale, ancora una volta abbiamo vissuto la chiusura di spazi di democrazia e la cancellazione del diritto alla libera espressione garantito dall’Articolo 21 della Costituzione.
Un nostro contatto cercato sia con la dirigenza ANPI Provinciale e sia con le istituzioni torinesi, per denunciare la grave ferita democratica della privatizzazione di fatto della piazza del 1° maggio, non ha sortito effetto, sintomo di una perdita del senso della democrazia anche da parte di coloro che dovrebbero difenderla e tutelarla.
Inoltre le forze dell’ordine hanno attaccato vigliaccamente e senza motivo il raggruppamento NO TAV,  provocando feriti tra diversi militanti e anche fra i nostri iscritti ANPI, che hanno cercato di difendere le persone cadute a terra, spinte dagli armati in divisa e calpestate sotto i colpi dei manganelli di Stato.
Sono cadute a terra anche persone anziane oltre gli 80 anni, difese coraggiosamente dai giovani NO TAV e anche dai nostri compagni dell’ANPI, che per questo sono stati colpiti e feriti, come accaduto al nostro iscritto Gianluca Vitale noto avvocato torinese colpito alla testa: anziché arretrare le compagne e i compagni hanno avanzato, fronteggiando l’attacco e permettendo a chi aveva bambini, anziani, diversamente abili, biciclette, cani al seguito di fuggire e mettersi in salvo dall’attacco vile e ingiustificato.
In quel pezzo di corteo abbiamo riconosciuto i nostri compagni e le nostre compagne dell’ANPI, dei partiti, dei sindacati, dei movimenti antifascisti, delle associazioni democratiche, dei comitati popolari, dei centri sociali, di coloro che come noi hanno scelto di vivere la Festa dei lavoratori insieme al popolo e a chi lotta dal basso, nella sua plurale e unitaria diversità.
Riteniamo essere nostro compito difendere i civili dagli attacchi di chi – armato – scatena la propria violenza contro di loro, impedendo la libera espressione del dissenso, e riteniamo grave che a compiere tipiche azioni violente siano stati rappresentanti dello Stato, fatto che getta ancora una volta ombre tenebrose sull’attuale stato della democrazia e della Libertà nel nostro Paese.
Ricordiamo a tutte le persone che ricoprono temporaneamente ruoli istituzionali, così come alle forze dell’ordine, ch’esse hanno giurato fedeltà alla Repubblica nata dalla Resistenza e alla Costituzione, non ad una visione politica escludente e criminalizzatrice del dissenso visione che è estranea e contraria alla democrazia.
Pensiamo che rappresentare gli interessi dei lavoratori significa rimettere al centro la persona, i diritti, la lotta per mettere al bando il precariato, per cancellare tutti i provvedimenti che hanno indebolito e fatto arretrare i diritti dei lavoratori: questo non può essere portato avanti con stanchi rituali di carattere retorico e celebrativo, ormai lontani e incomprensibili a masse di sfruttati, precari e schiavi del cosiddetto “mercato del lavoro”.
Dal prossimo anno la nostra Sezione ANPI manifesteranno il 1° maggio insieme e al fianco di tutte e tutti coloro che rappresentano nei fatti e sul campo lo spirito della Resistenza e l’eredità della Guerra di Liberazione delle forze partigiane: non siamo più disposti a dare il nostro contributo a chi parlando di memoria e diritti sta in silenzio di fronte a soprusi, ingiustizia, esclusioni.
Resistenza e Antifascismo vivono e fioriscono altrove.
Contro ogni tentativo di restaurare un ordine autoritario e fascista mediante la repressione del dissenso, rinnoviamo il giuramento che i nostri genitori, i nostri nonni e i nostri bisnonni pronunciarono il 25 Aprile 1945: non un passo indietro.

Abbiamo insegnato ai fascisti quale è il loro posto nella storia già una volta, se necessario glielo insegneremo di nuovo.

Avanti con la lotta per un lavoro dignitoso, così come sancito dalla Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza.
ORA E SEMPRE RESISTENZA!
Il Comitato di Sezione ANPI “68 Martiri” Grugliasco

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Primo Maggio. Comunicato dei Giuristi Democratici

Anche quest’anno il corteo del primo Maggio a Torino è stato turbato, non già dal comportamento di qualche facinoroso, ma da quello delle Forze dell’Ordine. Sono ormai anni, con l’eccezione dell’anno scorso, che le Forze dell’Ordine bloccano una consistente parte del corteo, sempre nello stesso punto, in Via Roma, frapponendo un cordone di poliziotti che impediscono ai manifestanti l’accesso alla piazza ove si svolge il comizio. A fronte, poi, delle vibranti proteste dei manifestanti, segue una carica con uso degli sfollagente con modalità non consentite dalla normativa in materia, che finisce per travolgere le persone, senza che sia stato dato loro avviso della carica, ivi comprese quelle che tentano un’azione di interposizione e di rasserenamento della situazione. Oggi è toccato al nostro iscritto, avvocato Gianluca Vitale, che ha ricevuto una manganellata al capo con perdita di sangue, oltre che, a quanto pare, ad altri manifestanti.
Si tratta di una gestione dell’ordine pubblico inaccettabile, da un lato non rispettosa del diritto delle persone di manifestare liberamente ed in modo pacifico, dall’altro in violazione delle norme del Testo Unico di pubblica sicurezza e delle norme in materia di utilizzo delle dotazioni di servizio della Polizia. L’Associazione Nazionale Giuristi Democratici, nel condannare quanto accaduto, si augura che vengano accertate le responsabilità nella gestione dell’ordine pubblico ed esprime la propria solidarietà all’Avv. Vitale.
1 maggio 2019
ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI

In libreria la seconda edizione di “Resa dei conti alla Maddalena” di Fabrizio Salmoni!

La cronaca dei due anni cruciali (2010.2011) della lotta No Tav in Val Susa. Venti anni di resistenza contro i devastatori di ambiente e democrazia. Dal 2005 un crescendo di tensione: la campagna delle trivelle, poi…la resa dei conti!

Prefazione di Marco Revelli, foto di Luca Perino e Camilla Pasini.

In Appendice Le cronache del processo ai No Tav

“…una cronaca appassionata, ma mai trionfalistica. A tratti spigoloso nei giudizi, l’autore si tiene volutamente distante dal politically correct,..Spigoloso, come il carattere delle popolazioni locali…

Sandro Moiso, Carmilla Online

 

“Fabrizio Salmoni fa la cronistoria degli eventi che portarono prima alla nascita della “Libera Repubblica”, poi al suo smantellamento. La narrazione di quei fatti, in questa seconda edizione, è stata ampliata con dettagli acquisiti dagli atti del processo...”

Marco Lazzaretti, Com. La Gronda No Tav

 

Presentazioni (in progress)

Venerdi 19 Aprile, Radio Blackout (105,5), programma letterario “La Perla di Labuan” di Riccardo Borgogno, con l’autore, ore 15-17

Giovedi 9 maggio, Edera Squat, via Pianezza, con Tobia Imperato, ore 21

Martedi 14 maggio, Circolo La Poderosa, via Salerno 15 A, con Marco Scavino, ore 21

Venerdi 17 Maggio. Alpignano, Ass. AlViSe, sede da definire, con Claudio Giorno e Marco Lazzaretti, ore 20,45

Venerdi 14 giugno, Grugliasco, Barocchio, con Mario Frisetti, ore 21

Venerdi 26 luglio, Festival Alta Felicità, Venaus, Spazio Libri, ore 14

 

 

 

Resa dei conti alla Maddalena si trova presso le seguenti librerie:

VALLE DI SUSA

Città del Sole, Bussoleno

 

TORINO

Comunardi, via Bogino 2, Torino

Belgravia, v. Monginevro 44 B

Melograno, c. Racconigi 15

 

MILANO

Feltrinelli – sedi

 

ROMA

Odradec, via dei Banchi Vecchi 57

Anomalia, v. dei Campani 73 (San Lorenzo)

Farheneit, Compo dei Fiori 44

Claudiana, piazza Cavour 32

 

ALTRE

Modo, via Mascarella 24 B – BOLOGNA

Rinascita, v. della Posta 7, BRESCIA

Fenice, v. Mazzini 15, CARPI (Mo)

Galla, c. A. Palladio 11, Vicenza

La Torre, v. Vittorio Emanuele II 19G, ALBA

Quarto Stato, v. Magenta 78, AVERSA (Ce)

Robin, v. Seminari 8, BIELLA

Volare, c. Torino 44, PINEROLO (To)

 

Si può richiedere o prenotare a

Edizioni Lu:Ce https://luce-edizioni.it

Diest Libri: posta@diestlibri.it , 011.8981164

o presso redazionemaverick@yahoo.it

 

 

 

 

 

 

Si Tav. Flashflop del flashmob di Pd e madamine

Meno di trecento persone tra apparato Pd, anziani borghesi e personaggi della politica. Trenini e slogan. Lega non visibile.

di Fabrizio Salmoni

Che sia stata la presa di posizione di Conte contro la Torino-Lione a far crollare il morale delle masse Si Tav o una più generale stanchezza di una massa di manovra poco avvezza a proteste di piazza reiterate, sta di fatto che il flash mob convocato ieri sui social dal Pd è stato piuttosto un flash flop: meno di trecento persone intorno al monumento di piazza Carignano e una specie di picchetto davanti al portone del Palazzo guidato col megafono da una delle madamine. Lo stratagemma banale di convocarsi in mezzo alla folla dello shopping del sabato per sembrare di più funziona poco perchè il passeggio fluisce ininterrotto tra il Palazzo e il monumento senza mostrare particolare interesse mentre altra gente sta in attesa di entrare al teatro. Qualche cartello, qualche bandiera assortita, ma non vedo segni evidenti di presenza di Lega, Fratelli d’Italia e fratelli fascisti (Casa Pound, Fuan, Forza Nuova) dei primi appuntamenti.

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Movimento No Tav. “Chiudere il cantiere e via i militari!”

   

Il punto della situazione in conferenza stampa Tutti i temi attuali: governo, prefetti, Foietta, Francia. Si annuncia una manifestazione nazionale a Roma il 23 marzo. Il video della conferenza stampa.

di Fabrizio Salmoni

E’ la prima e più forte richiesta del Movimento al governo esposta in conferenza stampa questa mattina nella sede di Pro Natura. L’analisi costi e benefici conferma quanto diciamo da più di venti anni: il tav è inutile, è uno spreco di soldi pubblici. Gli italiani dovranno essere grati alla Val Susa se quest’opera verrà fermata“.

La situazione politica contingente è tale da permettere solo un moderato ottimismo sul futuro della vicenda Tav anche perchè, ribadiscono, la fiducia in questo governo è al minimo visto come sono stati liquidati Tap e Terzo Valico. “Questo è un governo meno ostile di tutti quelli che l’hanno preceduto” dice Alberto Perinoma teniamo alta la guardia nel caso venisse comodo lasciar cadere il governo per far posto ad un altro, di destra e di nuovo asservito alle lobby industriali e agli interessi clientelari dei partiti. Tutta questa esitazione puzza. Si sbaracchi il cantiere e finiamola con questa brutta storia! Se no, sappiano che ci troveranno di fronte per altri venti anni!”.

Per ribadire e rinforzare il concetto i No Tav stanno preparando insieme a tutti i protagonisti delle lotte sociali nel Paese una grande manifestazione a Roma per il 23 Marzo contro tutte le grandi opere imposte. Lo annuncia Lele Rizzo che aggiunge la battuta sarcastica per il Commissario di governo Foietta, da oggi decaduto dalla carica (non senza spargere gli ultimi veleni): “E’ l’unico posto di lavoro perduto per cui non ci rammarichiamo“. E il benservito è dato. “Ora vogliamo che tocchi la stessa sorte a Virano“. Leggi il resto dell’articolo

Tav, la chiave di tutti gli inganni

   

Lo scontro sul Tav rivela la natura del sistema: capitalismo parassitario, clientelismo, informazione malata, corruzione. Gli industriali e le corporazioni puntano alla caduta del governo, a far fallire l’esperimento Cinque Stelle prima che si decida la sospensione dell’opera.

di Fabrizio Salmoni

I valsusini l’hanno sempre detto: il Tav non è un problema della Val Susa, sul Tav si giocano i governi e il sistema stesso delle grandi opere e mai come oggi l’Italia può rendersene conto.

Perchè Tav vuol dire linfa vitale per un capitalismo parassitario che non vive di innovazione, investimenti e competizione ma di grandi commesse pubbliche, vuol dire alimento per flussi enormi di tangenti e fondi neri, vuol dire foraggiamento permanente del sistema clientelare dei vecchi partiti, vuol dire soffocamento della democrazia nelle aree direttamente interessate con l’imposizione di leggi-obiettivo e militarizzazione in caso di dissenso, con l’adozione di ogni mezzo e trucco (vedi falsi Osservatori “tecnici”, vedi entità-fantoccio come le madamine) per nascondere i veri interessi e la natura perversa del sistema.

Nell’attuale fase dello scontro sulla Torino-Lione, più ancora che su Tap, Terzo Valico o altre opere, c’è in gioco la sopravvivenza di tutto quello. Leggi il resto dell’articolo