Da Sante Notarnicola, una poesia per Bianca
20 luglio 2014 Lascia un commento
Tra i tanti che hanno reso omaggio a mamma Bianca in Sala Rossa del Municipio tra il 25 e il 26 Giugno scorso c’era un uomo dimesso, con un braccio al collo per un recente incidente, capelli e barba bianchi, lieve accento pugliese. Non l’ho riconosciuto perchè era tanto che non lo vedevo. Mi si è avvicinato e in un sussurro mi ha detto “Sono Sante…”. Era proprio lui, Sante Notarnicola, banda Cavallero, più di vent’anni di carcere duro, torture, pestaggi, rivolte. Bianca, al processo della banda, a Milano, aveva difeso Adriano Rovoletto, l’autista, ma in seguito aveva anche seguito per Sante l’iter per la semilibertà a legge Gozzini approvata e gli aveva fatto da tutore legale per permettergli di riscuotere i diritti d’autore per il suo libro L’evasione impossibile, edito da Feltrinelli.
Sia lui che Rovoletto si erano sentiti molto legati a Bianca fin dal giorno della sentenza d’ergastolo quando lei, istintivamente, li aveva abbracciati: aveva fatto quello che poteva e loro lo sapevano. Rovoletto, grande e grosso, veniva spesso a trovarla fin dal suo primo permesso; ora è a letto per malattia e impossibilitato a muoversi. Cavallero, le aveva mandato un suo dipinto da Porto Azzurro, Sante invece scriveva poesie che Primo Levi in un’intervista defini “piuttosto belle”. E oggi me ne ha fatto avere una dedicata a Bianca che voglio condividere con tutti. Lei ne sarebbe stata molto toccata perchè non ha mai trascurato l’aspetto umano della sua professione. Anche per quello Bianca era speciale.
Stamani anche i mandorli sono fioriti. A Bianca
Alla maniera ebraica
qui sulla tua tomba
vengo a posare
la pietra del cordoglio
e a raccontarti
cose raccattate
sul selciato assolato
Sepolcro privilegiato il tuo
– si dice in giro –
proprio di fronte al mare
oggi infuriato e,
dall’altro lato, i tuoi
amati monti
e poi ancora
i fiorellini che coprono
tutto il prato intorno
Spero tu possa sentire
per un momento solo
questi profumi
che stordiscono
e udire se puoi
i rumori del vento
e del mare
che cullano il tuo sonno
Tutte le lapidi qui
sono ruvide, lo sai,
consumate dal tempo
del vento incessante
nei mesi più freddi
In questo pezzo di terra
volutamente disadorno
affido la memoria
mia e tua
a questa piccola pietra.
Sante Notarnicola
Giugnola, 7 Luglio 2014